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Stefania Trotta

Art Management

Esercizi di Memoria: un Silent Book per la Bielorussia.

Non è passato molto tempo dalle elezioni in Bielorussia, eppure le proteste, generate dal malcontento nei confronti della dittatura di Aljaksandr Lukašėnka non accennano a diminuire. 
Ma facciamo un passo indietro. 
9 agosto del 2020, migliaia di persone si rovesciano per le strade di Minsk, la capitale della Bielorussia, per protestare contro i primi risultati annunciati dalle elezioni presidenziali, che hanno visto una larghissima vittoria del presidente uscente Alexander Lukashenko. “L’ultimo dittatore d’Europa”, governa la Bielorussia dal 1994, ha reagito alle proteste, arrestando migliaia di persone e portando avanti una campagna di intimidazioni, tuttora in corso.
I risultati dicono che Lukashenko ha vinto con oltre l’80 per cento dei voti, contro il 10 per cento di Svetlana Tikhanovskaya, la moglie di Sergei Tikhanovsky, blogger e youtuber tra i principali oppositori di Lukashenko, arrestato a inizio maggio ed escluso dalle elezioni. A lei si erano poi unite Veronika Tsepkalo, moglie di un imprenditore costretto alla fuga dopo aver saputo di essere prossimo agli arresti e Kolesnikova, coordinatrice della campagna elettorale di Viktor Babaryko, un banchiere che pare avesse più del 50 per cento dei consensi.
L’esclusione e la reclusione dei candidati dell’opposizione e la manipolazione dei risultati elettorali sono la causa delle proteste di massa in tutto il Paese. 
Attualmente, gran parte del paese è in sciopero. 
Tantissimi sono gli studenti che, riempiono le strade del Paese. L’Associazione degli Studenti Bielorussi ha raccolto le prove di 390 arresti e 146 espulsioni dalle università. Per evitare una nuova diaspora sono nate numerose iniziative a sostegno del diritto allo studio.
Una di queste iniziative viene dall’artista bielorussa Sasha Zelenkevich, che ha relalizzato un Silent book in cui affronta il tema della memoria. 
Parte da una piccola casetta, disegnata come fanno i bambini, con linee, graffi, vuoti e campiture di inchiostro che tracciano la distanza con una casa ora, irraggiungibile.
Con la delicatezza della sua espressione pittorica, l’artista ci porta con sé in un viaggio nella memoria in cui ci sembra di sentire il sapore della neve, l’odore della nebbia, le fragoline di bosco appena raccolte. Poi il Rosso, la violenza.

Abbiamo incontrato l’artista per parlare del Silent Book “Esercizi di memoria”, realizzato in collaborazione con l’Associazione Bielorussi in Italia Supolka,
il cui ricavato sarà destinato alla diffusione del libro e al fondo Strana Fund “Honest University” che sostiene le proteste studentesche, proponendo aiuto economico e programmi accademici in università europee.

Sasha, grazie per averci incontrati. Nonostante tu viva in Italia da vent’anni, ti senti ancora molto legata alla tua terra natale. Come vivi questo rapporto di distanza?
Ovviamente la mia vita è qui, anche la mia casa è qui in Italia, ma i legami con il mio paese d'origine sono indissolubili, lì c'è la mia famiglia, amici, parenti, tutti i miei ricordi sono legati a quei luoghi. Forse proprio questa distanza fisica rende ancora più forte il senso di appartenenza alla propria terra e soprattutto in questi momenti drammatici i legami diventano più forti.

Hai dedicato parte della tua produzione ad indagare sul tema della memoria attraverso le tracce che l’acquerello lascia sulla carta. Come nasce questo nuovo progetto? Perché hai scelto la forma del Silent Book?
Questo nuovo progetto è nato dal nulla come tutti gli altri progetti, evidentemente era nell'aria. Il punto di partenza è sempre uno scarabocchio, una macchia, una striscia di colore che in seguito prende forma. Allo stesso tempo ancora prima di nascere portano in sé una traccia del ricordo. Una volta impressionati sul supporto pittorico diventano non solo tracce di memoria personale ma si trasformano in memoria collettiva. La forma di “Silent Book” mi è congeniale, credo fortemente nel potere della comunicazione attraverso le immagini. Il libro senza parole ci porta alla libera interpretazione di ciò che “leggiamo”, non è una lettura passiva, non implica la padronanza dei codici linguistici.

Con Marta Ferrara hai aperto una campagna di fundraising, per sostenere le spese di produzione, ma parte sarà devoluto a un fondo studentesco. Ci racconti le tue difficoltà? 
In realtà è stata un'idea di Marta, ha fatto tutto lei, io ho soltanto accolto la sua iniziativa. Abbiamo avuto molta paura di non riuscirci, non avevamo mai fatto niente di simile, non sapevamo come far funzionare un progetto del genere ma proprio l'impegno, la passione, il crederci fortemente che Marta ha investito nella realizzazione di questa idea ha fatto sì che tutto riuscisse. Il tutto è stato fatto grazie alla solidarietà di poche persone che ci hanno aiutato.
Per chi volesse aiutare Sasha qui trova il link:

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