Layout del blog

Mario Visone

Docente e scrittore

Gli ecologisti non possono sostenere il governo Draghi

Parliamoci chiaro una volta e per sempre: chi ha offerto la propria fiducia al governo Draghi in maniera acritica e supina oppure fittiziamente eterodossa ha fatto una scelta. Legittima, certo. Condivisibile, forse. Futuribile, assolutamente no. Ha dimostrato di non avere prospettiva, ambizioni, sogni. Ha dimostrato la pochezza della propria realtà politica e ha inevitabilmente tracciato un solco tra sé e il futuro prossimo, bisognoso di immaginazione e immaginifico, di utopia e azione costituente. “Non per il potere” è il titolo del volume edito da Chiarelettere in cui sono raccolte le parole e, soprattutto, le azioni di Alexander Langer. “Non per il potere”, lo ripeto. Guardatevi attorno, guardate negli occhi la realtà politica e fate una breve deduzione logica: qual è stato il minimo comune multiplo dell’alleanza che sostiene Draghi se non il potere?
Il Potere, quello con la P maiuscola.
Nessun patto per il Paese. 
Nessuna alleanza per mettere da parte l’odio e garantire il piano vaccinale.

Il Potere, quello con la P maiuscola, ha realizzato il proprio golpe.

Sì, un golpe perché questo è un golpe. Un golpe borghese, industriale, militarizzante. Un golpe dall’alto. Un golpe silenzioso assecondato dai partiti impegnati a garantire la condivisa bramosia di non rimanere esclusi dalla gestione del Recovery.
È tutto qui. Soldi. Affari da gestire. Appalti da dare. Consulenze milionarie. Figure animose da sistemare in una sorta di bolgia infernale accalcata davanti alla porta del decisore politico di turno terrorizzato a sua volta dal non soddisfare il potere. Ma soprattutto c’è da garantire chi ha controlla il Pese, chi ricatta l’Italia. C’è da garantire che il malloppo non esca dal solito giro dei soliti Conquistadores. 
Confindustria Lombardia. 
Assolombarda. 
ENI.
ACEA. 
A2A. 
Leonardo-Finmeccanica e l’elenco può continuare.
 
Pasolini sapeva i nomi dei responsabili della vergogna italiana, ma non li poteva denunciare perché non aveva le prove. Neppure io ho le prove ma, a differenza dell’amato di Casarsa, ho una infinità di indizi. Infiniti indizi che il potere lascia un po' ovunque strafottente ad essere scoperto tanto tutti colpevoli, tutti assolti; tanto tutti coinvolti, tutti sollevati.

C’è una coltre di nebbia sull’Italia che non permette di vedere oltre la notizia della stampa degli Agnelli o delle tv di Berlusconi e Cairo, che non concede gli spazi di libertà necessari ad analizzare con freddezza e chiarezza il marciume ingordo che coordina e amministra la matassa informe del comando. C’è un’oscura cortina di egemonia mediatica e amministrativa che comprime il dissenso, lo marginalizza, lo isola, lo condanna alla derisione e, se ciò non bastasse, lo punisce fino alla comparazione con forme di terrorismo violento e sanguinario. 
Questo è il comando assoluto del dominio assoluto e la sua condanna assoluta non è la morte ma è l’esclusione che avviene ferocemente ma con sguardo compassionevole e paterno delle reti unificate.
 
“Mi ruba gli occhi ed ero cieco già” cantavano i CSI.
 
Ecco. Probabilmente quella frase racchiude il tentativo di sopravvivenza nella società italiana.
Apparire, mostrarsi, essere ciechi è un moto di primordiale voglia di rimanere vivi. 
È una consolazione la cecità. 
È puro spirito di conservazione quello di non vedere ben prima che gli indizi siano cancellati dal tempo.

Però, io non sono cieco. Mi manca qualche grado per cui gli occhiali sono la prima cosa che cerco ogni mattina ma non sono cieco né per conto del destino né per conto di Saramago.
So leggere. So vedere. So indagare. So dove cercare e ho in gola la mia personale disperata vitalità che mi permette di riconoscere la sudditanza nonché la sottomissione, che mi permette di prevedere e intercettare la prepotenza nonché il predominio che pugna fino alla frammentazione civile, critica e politica.
Il Potere con la P maiuscola guida e impone. E lo fa con la forza di chi la lotta di classe non l’ha mai abbandonata, con la caparbietà di chi ha la fame antica dello sfruttatore e non può avere pietà.

“Er core è il cataclisma de li popoli” direbbe Cornacchia.

Er core. È quello che il Potere non ha.
È quello che permette al dominio e al golpe, al dominio del golpe di insistere nei processi di produzione, riproduzione sociale, di sfruttamento della natura senza alcun rispetto per la vita attuale e per quella futura. L’economia concentrata, estrattivista che permette a questa società di incarnarsi nel possesso dei corpi e delle menti, di sfruttare il biopolitico fino al subconscio sconnesso delle disarmonie chiassose delle vite irrisolte, non potrà mai protendere alla vita. Chi vuole imporre le catene, chi vuole sottomettere e bruciare, chi vuole succhiare dalla terra e dal mare, chi vuole affamare interi continenti e perseverare nell’esclusione delle donne dai processi decisionali non può amare la vita. Il potere del capitale e la vita vera non potranno mai essere sulla stessa linea dello stesso orizzonte. Anche questa economia e l’ecologia vera – quella che parte dal presupposto che ogni forma di estrattivismo è la matrice del dominio maschilista e padronale – non potranno mai collimare. Neppure se cambi nome a un ministero e ci aggiungi la dicitura “Transizione ecologica”.

Veramente credete che chi ha contribuito a distruggere e depredare possa garantire una transizione verso una rinnovata organizzazione della produzione, dell’economia e della società?
Veramente credete che le linee guida tracciate dall’Europa siano finalizzate al benessere del mondo e delle multiformi specie del vivente e non a una lotta di dominazione geopolitica?
Veramente credete che lo scambio tra politica e industria delle armi – vero Minniti? vero Cingolani? – sia casuale e non teso a rimarcare una linea di continuità?
Veramente credete che l’egoinomane di Rignano abbia di fatto permesso questo golpe del Potere con la P maiuscola senza alcuna consapevolezza, per il bene del Paese e non per sostenere la grande borghesia del Nord a discapito del Sud, gli affari dei signori dell’energia sporca a discapito di quella pulita?
 
Poveri illusi. Povere illuse. Così vi direi.
Ma non lo siete e non ve lo dirò. 
Siete antropologicamente mutati. 
Siete affatturati dal potere. 

Per cui non ve lo dirò perché ci sarebbe solo da conteggiare o ticchettare gli spasmi di ipocrisia che covate nelle parole quando cercate di convincervi da soli che questo governo fosse inevitabile, quando nelle parole cercate di rasserenarvi grazie alla vostra cecità, grazie alla vostra consapevole rinuncia all’immaginario che è vita in di-venire.
Meritereste diserzione ma io so che sarebbe silenzio su silenzio, sarebbe cecità su cecità e quando un giorno si dirà “ Tu dov’eri?” io potrò rispondere “Resistevo, non ero cieco”.

Autore: La redazione 27 lug, 2023
Politiche per il cambiamento climatico significa città sostenibili. Quelle italiane sono pronte?
Autore: Andrea Maestri 08 mar, 2023
Lettera alla donne di Cutro
Autore: Irina Di Ruocco 07 mar, 2023
Tra Super-bonus e Super-opportunità
Autore: Giancarlo Marino 04 mar, 2023
La copertina è tratta da Palestina. Una nazione occupata opera di Joe Sacco fumettista e giornalista. 
Autore: Paolo De Martino 27 feb, 2023
La vera sfida inizia adesso
Autore: La redazione 25 feb, 2023
Il sostegno a una confederazione israelo-palestinese sta guadagnando terreno
Show More
Share by: