Layout del blog

Giancarlo Marino scrittore

Racconti Resistenti - Liquidità

Trascrizione perizia n. 7. Soggetto: GRG02RSSF839U 13/1/2045.

D. Generalità.

R. Prego?

D. Fornisca le sue generalità: nome cognome numero identificativo d’imposta.

R. Giorgia Russo.

D. Giorgia Russo e poi (pausa)

R. Giorgia Russo e basta.

D. Come vuole. Avvia scansione chip. (pausa) Per favore, alzi la manica della tuta. Non ce lo faccia ripetere. Per favore, collabori. Non ci faccia chiamare gli agenti. Ecco, così… dunque, GRG02RSSF839U arrestata nel dicembre 2043 e condannata a cinque anni e sette mesi di reclusione per renitenza all’identificazione finanziaria. Insomma un’altra nostalgica del conio. 

R. (non comprensibile) Potrebbe evitare di usarmi questo sarcasmo, ormai ci conosciamo da un po’. Solo perché avete vinto voi non vuol dire che potete mancarci di rispetto.

D. Non capiamo a cosa faccia riferimento (pausa)

R. È inutile che sorrida, il vostro regime non è che un accidente storico che avrà breve durata, il tempo farà il suo corso come sempre e di voi e delle vostre manie di controllo non resterà traccia nel grande fiume (interruzione)

D. Giusto, c’era scritto nel fascicolo che, prima di entrare in clandestinità, insegnava Storia delle dottrine politiche (pausa) ma la sua opinione sul materialismo dialettico, su Braudel o quel che più le pare, non è il motivo per cui è stata chiamata a conferire (interruzione)

R. Senza un avvocato (interruzione)

D. Ma lo sa bene che siamo un medico, non un magistrato, lei sta conducendo uno sciopero della fame che dura da 12 giorni e (interruzione)

R. Se deve visitarmi lo faccia e mi rimandi in cella. 

D. È quel che stiamo facendo.

R. Non vedo stetoscopio né bilancia o altri strumenti diagnostici (interruzione)

D. Non è quel tipo di visita, le è già stato ampiamente spiegato che i dissidenti politici, secondo il protocollo carcerario, devono essere sottoposti a periodici colloqui psicologici atti a capire (interruzione)

R. Se ho deciso di tradire i miei compagni di resistenza.

D. (continua) se ha preso la decisione di collaborare con la Giustizia.

R. Lo chiami come meglio crede, non vi dirò nulla di più di quanto potrà trovare nei comunicati politici che la nostra organizzazione diffonde online e tramite la stampa.

D. Giorgia, possiamo darle del tu? Ormai è in carcere da più di un anno, se si dimostra pentita potrà usufruire di un consistente sconto di pena, tornerà presto dalla sua famiglia (interruzione)

R. I miei consanguinei non vogliono più avere nulla a che fare con me, quanto a mio marito (interruzione)

D. Lo sappiamo, ha avviato le pratiche per la separazione subito dopo che è entrata in clandestinità. È inutile avere quella espressione, cosa avrebbe dovuto fare una volta venuto a sapere di quello in cui era coinvolta?

R. Mi guarda come stesse parlando con un narcotrafficante.

D. Magari, Giorgia, magari! Stampare e diffondere valuta illegale è molto più pernicioso che spacciare cocaina o altre sostanze stupefacenti.

R. Mi dà una sigaretta? (pausa) So leggere i cartelli, cosa crede? che poi è pure pleonastico dato che in tutto il carcere, in teoria, è vietato fumare, però se proprio vuole continuare a perdere il suo tempo facendomi perdere il mio, almeno mandiamolo in fumo.

D. Questo è il nostro quinto colloquio e a volte proviamo invidia per i suoi studenti. Quando non pensiamo a come ha plagiato le loro menti semplici, ovviamente.

R. Sa che è ridicola tutta questa storia del “noi”? Qui non c’è nessuno oltre a me e lei, escludendo il direttore del carcere e i tipi azzimati dei servizi dall’altra parte della videocamera appesa al soffitto.

D. Stavolta abbiamo avuto l’autorizzazione a darle una sigaretta. Lo prenda come un atto di buona volontà. Su. Ecco qui, accenda.

R. Non c’è il posacenere.

D. Qualcuno pulirà. Non divaghiamo, lei è stata colta in flagrante a smerciare banconote non autorizzate (interruzione)

R. Come se ce ne fossero di legali.

D. Sa bene che il Credito è la valuta digitale mondiale, riconosciuta in 84 Paesi delle Nazioni Unite.

R. La smetta e mi dica qualcosa che non so, dottore.

D. Quello che vorremmo capire è: cosa spinge una persona come lei, istruita, benestante, con un buon lavoro, del tutto integrata nel sistema a prendere una strada così aberrante. Cosa l’ha portata a divergere?

R. Le faccio anch’io una domanda: davvero pensa che viviamo nel migliore dei mondi possibili? Davvero pensa che impiantare un chip in tutti i cittadini e rendere tracciabili ogni movimento bancario, ogni acquisto, ogni minima mancia elargita, sia giusto?

D. Non vediamo cosa vi sia di male, a meno che qualcuno abbia qualcosa da nascondere.

R. Lo so, il tracciamento economico è nato con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale e ridurre le transazioni non tassabili; e bla bla bla… Ma quale prezzo abbiamo pagato per rinunciare al contante? Essere costantemente spiate, valutate e poi persino giudicate in base alle nostre scelte di shopping.

D. Lo Stato garantisce il trattamento equo dei dati sensibili (interruzione)

R. A volte, magari; ma chi è lo Stato?

D. La comunità dei cittadini.

R. E i loro rappresentanti. Che non sono un’entità astratta. Un noi avulso. Ma persone con due braccia e due gambe, proprio come me e lei.

D. Non siamo sicuri di seguirla.

R. Persone con i loro grandi o piccoli interessi privati, preferenze, fazioni, partiti, consorterie (pausa) La cosa pubblica riguarda tutti e quindi interessa sempre ciascuno, ma mai in eguale parte.

D. Non verrà a parlarmi ancora di Comunismo? Lì sì che c’erano Stati ben più totalitari (interruzione)

R. Guardi, io non voglio fare l’apologia di nulla, ormai ho smesso di credere alla politica, quale che sia la forma, perché ho smesso di credere nell’umanità.

D. Si spieghi meglio.

R. Le faccio un esempio paradossale: immagini un mondo opposto a quello nostro, un mondo in cui non sia il contante a essere stato messo al bando; ma, dove, al contrario, i vecchi POS e le carte di credito siano state fortemente limitate, che so (pausa) si può pagare con il bancomat, fino a (pausa) sessanta dei cari vecchi euro.

D. Sarebbe un abominio! Sarebbe un mondo in cui regnerebbe l’evasione, la truffa, il falso in bilancio. Ogni affare verrebbe regolato tramite mazzette, individui dalle mani losche si aggirerebbero per il Palazzo con scintillanti ventiquattrore cariche di denaro non tassabile. Sarebbe il regime della corruzione.

R. Inquietante, vero? 

D. Non v’è dubbio. Ma, insomma, ancora una volta dobbiamo riportare nella nostra relazione che lei si rifiuta di collaborare con lo Stato.

R. Può scrivere ciò che meglio crede.

D. E, immaginiamo, non ha intenzione di interrompere il suo sciopero della fame.

R. Sa, la prima volta che l’ho vista, non la facevo così acuto, dottore. Credevo che il chip di controllo avesse deteriorato il suo cervello, come capita sempre a voialtri.

D. E invece?

R. Invece, posso dire di sentirmi commossa dal suo stoicismo. Ogni martedì (pausa) Perché è martedì, giusto?

D. Lo confermiamo.

R. Ogni martedì, da più di un mese, lei viene qui a perdere il suo tempo, che suppongo ritenga denaro, a farmi le stesse domande con la speranza di non ricevere la medesima risposta.

D. Questo è il nostro auspicio.

R. A volte mi auguro che al suo posto, ci sia qui una delle guardie specializzate negli interrogatori di cui mi hanno parlato certi compagni. A volte preferirei essere torturata, almeno ci sarebbe una variazione nello schema.

D. Questo è impossibile.

R. Adesso non se ne esca con la storia dello stato di diritto, offenderebbe innanzitutto la sua intelligenza ancor prima che la mia.

D. Le sfugge il senso dell’azione dello Stato. Lo Stato deve rieducare, reincludere e se possibile riabilitare. Non reprimere.

R. Ho studiato troppo la Storia per continuare ad ascoltare queste storie.

D. (non comprensibile) Si segga, non abbiamo finito.

R. La prego, le ho detto di dirmi qualcosa che non so.

D. Il sarcasmo non l’aiuterà. Ma ci ascolti e forse comprenderà meglio lo Stato in cui si trova.

R. Non credo di avere di meglio da fare per i prossimi anni (pausa)

D. La sua organizzazione emette e diffonde moneta clandestina in nome di una non meglio precisata libertà: di scelta economica, di movimento, di opinione. Prima ha usato la metafora del fiume, immagini, invece, lo Stato come un lago, in cui ognuno di noi è un elemento più o meno grande di un ecosistema. Dall’autorità in cima, che potrebbe essere rappresentata, ad esempio, da un pesce-gatto, fino al più piccolo organismo, fino al plancton, fino a voi e a quelli come voi (pausa) Tutti, volenti o nolenti, grandi e minuscoli, immersi nella medesima acqua, spinti dalle medesime correnti che dalla profondità risalgono in superficie. Certo, talvolta, può capitare un’onda anomala che ne alteri lo specchio d’acqua, come ad esempio il vostro ridicolo tentativo di opporvi alla dismissione del denaro contante, ma poi, alla fine, la risacca porta via l’onda e torna la calma, resta solo la dolce brezza che increspa le sponde. Il moto centripeto e inesorabile del tempo, quello che lei chiama Storia.

R. Se ha finito con la lezione, io farei volentieri ritorno alla mia cella.

D. (non compresibile) Aspetti ancora un momento (pausa) i legami, professoressa, sono indissolubili, lo Stato è una catena, anzi una cintura (lunga pausa) perché mi fissa?

R. Niente, prima, da seduta non avevo notata la sua di cintura. Armani, eh? Molto costosa. Però quella fibbia…

D. Non capisco.

R. Scommetto che è un regalo di sua moglie.

D. È così, anche se non vedo cosa c’entri.

R. Ecco, vede la testa dell’aquila nel simbolo? È girata dalla parte sbagliata.

D. Che cosa vuole dire?

R. Non finga di non saperlo. Quella cintura non è autentica.

D. (sospiro) Che cosa sta insinuando?

R. Voi fingete di credere che a opporsi al sistema siano pochi reietti falsari ma in realtà il denaro è ovunque. Come crede che si paghino le scommesse clandestine sulle partite? O ancora, lo ha letto l’ultimo rapporto Istat sul lavoro sommerso e l’evasione fiscale? (interruzione)

D. La smetta!

R. Come crede che vengano retribuiti tutti quei lavoratori non dichiarati? Voi potete affermare abolito il “nero” ma sapete bene che i soldi girano aldilà dei vostri circuiti integrati, anche qui, in questo carcere, dove le guardie spacciano sigarette e assorbenti interni. Come crede che li paghiamo?

D. Adesso basta! (trillo) Agente, abbiamo finito.

R. Ricordi, dottore, quale sia la moneta corrente, digitale o materiale, i soldi vinceranno sempre, perché l’uomo è denaro.

D. Portatela via, subito. (trillo x3)

(Non comprensibile)


Autore: La redazione 27 lug, 2023
Politiche per il cambiamento climatico significa città sostenibili. Quelle italiane sono pronte?
Autore: Andrea Maestri 08 mar, 2023
Lettera alla donne di Cutro
Autore: Irina Di Ruocco 07 mar, 2023
Tra Super-bonus e Super-opportunità
Autore: Giancarlo Marino 04 mar, 2023
La copertina è tratta da Palestina. Una nazione occupata opera di Joe Sacco fumettista e giornalista. 
Autore: Paolo De Martino 27 feb, 2023
La vera sfida inizia adesso
Autore: La redazione 25 feb, 2023
Il sostegno a una confederazione israelo-palestinese sta guadagnando terreno
Show More
Share by: